Per le istituzioni sovracomunali si tratta di un’infrastruttura “di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza”. Per l’amministrazione di San Martino Buon Albergo, per gli abitanti che se la troveranno vicina e per gli ambientalisti si tratta di un’opera da non realizzare. L’interrogazione, presentata dai consiglieri regionali Bigon Anna Maria e Zanoni Andrea, chiede alla Giunta regionale se intende bloccare l’iter di realizzazione di una centralina idroelettrica sul fiume Fibbio, a San Martino Buon Albergo, per compiere verifiche serie e attendibili sull’utilità e sulla reale possibilità di funzionamento dell’opera in quanto si basa su dati di portata e registrazioni idrometriche vecchi
Con una lettera dello scorso luglio, Italia Nostra Verona, Legambiente Verona, il Comitato dei Fossi di Montorio e un privato cittadino, si sono rivolti alla Giunta regionale, fornendo importanti osservazioni in merito al progetto di realizzazione di una centralina idroelettrica sul fiume Fibbio, nel territorio di San Martino Buonalbergo. Il tutto accompagnato dalla ferma richiesta di non concedere la proroga della relativa dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza rilasciata con Decreto del Direttore della Direzione Difesa del Suolo n. 224 del 13 giugno 2017. Una vera e propria denuncia sul fatto che i presupposti su cui si fondano le previsioni di produzione di energia elettrica della futura centrale sono vecchi, poiché basati su registrazioni idrometriche e dati di portata del fiume risalenti al decennio 1993/2003”.
La questione viene sollevata con l’interrogazione a risposta scritta n. 424 presentata dai consiglieri regionali Bigon Anna Maria e Zanoni Andrea alla Giunta regionale.
“Nell’arco di 20 anni – evidenziano i consiglieri – la siccità, conseguente ai cambiamenti climatici cui tutti stiamo assistendo, ha determinato lo spegnimento di molte centrali idroelettriche, in particolare nel Nord Italia. Peraltro, la zona interessata dal progetto è considerata a rischio D4, potenzialmente molto elevato, per i danni da eventuali alluvioni. Non solo: a meno di due chilometri di distanza, nel territorio comunale di Montorio e nel complesso della ex Sapel, è già attiva una centralina idroelettrica. Quindi non si ravvede l’indispensabilità, oltre che l’opportunità, di questa realizzazione”.
I Consiglieri ricordano inoltre, come indicato dalle associzioni, che “Il costituendo Parco Naturale delle Sorgive e del fiume Fibbio, ambito nel quale ricadrebbe l’installazione della centralina, sarà sottoposto a tutela ambientale, essendo caratterizzato da una singolare e suggestiva ricchezza di specchi d’acqua e risorgive. Come se non bastasse, lo storico e monumentale complesso di Villa Musella, che con il suo parco è strettamente legato alle acque del Fibbio, è sottoposto a severi vincoli diretti e indiretti, di tutela culturale e paesaggistica. Gli stessi cittadini hanno espresso forte preoccupazione, sia per l’impatto visivo che per quello acustico della struttura”.
Purtuttavia, nonostante quanto sopra, la Giunta regionale, con Decreto n. 260 del 12 luglio 2023 del Direttore della Direzione Difesa del Suolo e della Costa, ha deciso di concedere una proroga della dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dell’opera in oggetto, di ben 4 anni.
A seguito dei dati forniti dai firmatari, i consiglieri regionale Bigon e Zanoni “ritengono assolutamente necessario svolgere ulteriori approfondimenti, per determinare la reale utilità pubblica della centralina idroelettrica e per prevederne le conseguenze in termini di impatto estetico e acustico, nonché effettuare nuove registrazioni idrometriche e ricavare nuovi dati di portata del fiume Fibbio, per essere certi che l’impianto possa funzionare nei prossimi decenni, grazie ad una costante e adeguata quota di pescaggio dell’acqua”.
Da qui la richiesta all’assessore regionale all’Ambiente per chiedere “Se la Giunta regionale intenda intervenire per bloccare l’iter del progetto che rischia di impattare negativamente su un territorio di pregio ambientale, senza peraltro produrre una accettabile rendita energetica”. Risposta non ancora pervenuta al momento in cui scrivo.
Ricordiamo che si parla di quest’impianto dal 2010.
Era stata dapprima richiesta in Comune l’autorizzazione per realizzare una struttura di potenza inferiore a 100 kilowatt. Questa iniziativa non ebbe seguito. Cinque anni dopo venne depositata una nuova istanza, in Regione, aumentando la potenza a 127 kilowatt.
Nel giugno del 2017 è quindi arrivato il «sì» di Venezia, contro cui il Comune ha presentato ricorso, rilevando come la centralina insistesse su un’area vincolata, parte della tenuta della Musella. Situazione confermata dalla Soprintendenza, con una nota in seguito a cui la Regione ha sospeso il proprio assenso «nelle more di opportuni approfondimenti».
Nel 2019, però, il decreto di sospensione è stato ritirato, in seguito a un ricorso della ditta e alla mancanza di controiniziative della Soprintendenza. Rigettando l’opposizione del Comune al provvedimento regionale e all’avvio del procedimento di esproprio attuato dalla Provincia, il Tribunale superiore delle acque ha quindi ridefinito il vincolo come solo paesaggistico.
In seguito a una richiesta della ditta, in aprile la Soprintendenza ha dato il nulla osta. Di conseguenza l’autorizzazione della Regione.
Alberto Speciale
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Ne abbiamo scritto in questi articoli:
Il Tribunale della Acque dice no alla centrale alle Ferrazze
Ferrazze – Centrale idroelettrica – Interpellanza in Consiglio Comunale
La Regione sospende i lavori della Centrale idroelettrica sul Fibbio a Ferrazze