Con delibera n. 1489 del 27 novembre 2023 la Giunta regionale del Veneto ha approvato il ridimensionamento della rete scolastica (prevista nel PNRR) per l’anno 2024/2025 in attuazione della Legge 29 dicembre 2022 n. 197 (Legge di bilancio statale 2023) e del Decreto interministeriale 30 giugno 2023, n. 127. Il provvedimento regionale è stato definito sulla base dei criteri fissati dalle Linee guida regionali per la programmazione dell’offerta formativa e dell’assetto della rete scolastica (DGR n. 953 del 31.7.2023) definite in un percorso condiviso con l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto
La Legge 29 dicembre 2022, n. 197 ha delineato a partire dall’A.S. 2024/2025 una nuova procedura per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici (DS) e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA) e il suo riparto tra le Regioni, al fine di dare attuazione alla riorganizzazione del sistema scolastico prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
In attuazione della norma con il Decreto del Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 127 del 30 giugno 2023 è stato definito, su base triennale, il contingente organico dei DS e dei DSGA e la sua distribuzione tra le regioni e ha riconosciuto al Veneto:
- n. 560 sedi di dirigenza per l’A.S. 2024-2025,
- n. 556 sedi di dirigenza per l’A.S. 2025/2026,
- n. 550 sedi di dirigenza per l’A.S. 2026/2027.
Pertanto nel prossimo triennio le sedi di dirigenza scolastica diminuiranno progressivamente, passando dalle attuali 592 a 550 nell’A.S, 2026/2027. In tutta la regione dunque ci saranno 32 dirigenti scolastici in meno, di cui 4 nella provincia di Verona, mentre non verranno chiusi i plessi e non si andrà ad incidere sul personale scolastico.
Per quanto riguarda il territorio della Circoscrizione 8^ la delibera regionale prevede l’accorpamento degli Istituti VR17 di Montorio e VR16 di Poiano. Il nuovo assetto prevede un unico istituto denominato:
Istituto Comprensivo 16 – 17 “Valpantena e Montorio” di Verona (VRIC887003) con sede in P.zza Penne Mozze, 2 – Verona. Il nuovo ente comprenderà le seguenti scuole:
Scuola dell’infanzia “Monte d’Oro” Loc. Montorio
Scuola dell’infanzia “Agazzi” Loc. Mizzole
Scuola primaria “G. Pascoli” Loc. Poiano
Scuola primaria “A. Aleardi” Loc. Quinto
Scuola primaria “N. Merighi” Loc. Novaglie
Scuola primaria “P. Caliari” Loc. S. Maria in Stelle
Scuola primaria “Betteloni” Loc. Montorio
Scuola primaria Loc. Mizzole
Scuola sec. di I grado “A. Caperle” Loc. Marzana
Scuola sec. di I grado “Luigi Simeoni” Loc. Montorio
Nel veronese oltre all’istituto VR16-VR17 sono interessate anche le scuole dei seguenti comuni:
– Casaleone, Gazzo Veronese e Sanguinetto,
– a Verona gli istituti comprensivi 11 e 10 (Borgo Roma Ovest e Borgo Roma Est),
– Montecchia di Crosara, Roncà, San Giovanni Ilarione e Vestenanova.
Oltre a queste, a Verona, la scuola dell’infanzia “Picono Della Valle o Del Carretto” entra a far parte dell’Istituto comprensivo 12 Golosine.
Per l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan, «Non una penalizzazione, ma un efficientamento dell’offerta formativa che ha puntato sulla razionalizzazione dei dirigenti scolastici ed amministrativi, lasciando spazio di autonomia alla Regione nel mantenimento di punti di erogazione del servizio in luoghi disagiati». Continua Donazzan: «il nostro piano di dimensionamento si può definire molto “leggero” perché ci siamo attivati da tempo, sin dal 2010-2011 quando abbiamo messo in atto un poderoso piano di dimensionamento, realizzando delle aggregazioni di scuole, motivo per cui oggi in Veneto si riduce solo di 32 autonomie».
Il sindacato GILDA Vicenza – Associazione professionale degli insegnanti ritiene che il provvedimento di ridimensionamento comporterà di fatto ad avere degli Istituti Comprensivi e di II Grado con 1400-1500 alunni e più, a discapito dell’organico ATA, ma, a lungo andare, anche a quello dei docenti, senza considerare l’impatto negativo che avrà la denatalità nei prossimi anni. «Scuole enormi – prosegue GILDA – dove sarà più difficile garantire la qualità dell’insegnamento e la democrazia negli organi collegiali. Ma tant’è, i tagli continuano a carico della scuola, così come anche l’aziendalizzazione della pubblica istruzione».
«(Il ridimensionamento) Ci è richiesto dall’Europa – ha affermato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – non prevede la chiusura di plessi ma solo l’ammodernamento del nostro assetto organizzativo, attraverso l’eliminazione progressiva delle reggenze. Grazie a questa riorganizzazione avremo scuole più efficienti e risparmi per 88 milioni di euro; risorse che potranno essere reinvestite per il personale scolastico e non solo».
Dirigenti scolastici (DS), DSGA (Direttore servizi generali e amminstrativi) e rispettivi sindacati avevano sperato in una sentenza favorevole della Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sul ricorso di alcune regioni (Toscana, Emilia Romagna e Puglia) contro la riforma del dimensionamento della rete scolastica, prevista dalla legge di bilancio 2023. Il comunicato della Consulta del 22 novembre scorso ha spento ogni speranza, perché il ricorso è stato respinto, confermando in via definitiva un ridimensionamento che nell’arco di pochi anni ridurrà di molte centinaia il numero complessivo delle istituzioni scolastiche.
Conseguentemente, si ridurrà anche l’organico dei DS e dei DSGA. Nel 2001 ciascuno di loro si occupava in media di 3,9 sedi scolastiche. Nel 2022 di 5,2; nel 2032 ciascuno ne seguirà in media 6,1. Qualcuno si dividerà anche tra 10 plessi o scuole a decine di chilometri di distanza.
Probabilmente in questo mutato quadro organizzativo sarà sempre più difficile per i dirigenti scolastici assumere la funzione di leader educativo, così come indicata dal D.lgs. 165/2001. Un taglio di costi che taglierà anche la qualità?
Non si determinerà invece – è bene riadirlo – alcuna riduzione del numero di punti di erogazione del servizio, ossia di sedi scolastiche.
Alberto Speciale


