Modifica al Codice beni culturali e paesaggio: spazio alla sussidiarietà orizzontale e iniziative dei cittadini


Il giorno mercoledì 22 gennaio 2025 si è svolta la riunione, in sede consultiva, della VIII Commissione della Camera (Ambiente, Territorio e Lavori pulici) la quale ha proseguito l’esame (iniziato il 21 gennaio) rilasciando parere favorevole al provvedimento: Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e altre disposizioni concernenti la valorizzazione sussidiaria dei beni culturali e l’istituzione del circuito «Italia in scena». C. 1521 Mollicone 


La proposta di legge AC 1521, presentata nel 30 ottobre 2023, reca modifica al Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, e altre disposizioni concernenti la valorizzazione sussidiaria dei beni culturali e l’istituzione del circuito «Italia in scena». La proposta, specialmente in riguardo ai suoi primi tre articoli, ha un duplice obiettivo: da una parte, di garantire una gestione non solo più qualitativa, ma anche più efficace, efficiente e sostenibile dal punto di vista economico-finanziario degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di pertinenza pubblica, e dall’altra, di promuovere la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale secondo il principio di sussidiarietà, con ampio utilizzo di strumenti di partenariato pubblico privato. Il quarto articolo reca invece talune ulteriori disposizioni, in materia di semplificazione dei prestiti d’arte nonché di competitività del mercato dell’arte e del sistema museale nazionale.

L’iniziativa è certamente interessante nella parte in cui prevede di promuovere la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale secondo il principio di sussidiarietà, con ampio utilizzo di strumenti di partenariato pubblico privato. E’ evidente che tra gli strumenti  sarà di fondamentale importanza la dotazione finaziaria, senza di quella rimane ancora una volta “il libro delle favole scritte ma mai realizzate”.

     Un’occasione peraltro decisamente da valutare per le associazioni del nostro territorio che da anni, con passione ed impegno dei volontari, portano avanti i progetti di cura e valorizzazione dei beni culturali, come ad esempio, solo per citarne alcuni: “Forte Preara” (Comitato Fossi Montorio), “Il Castello di Montorio” (Associazioni Due Valli ed Ecomuseo Preafita), l’Ipogeo di S.Maria in Stelle” e perchè no anche il Campo di concentramento di Montorio” gestito attraverso un Patto di sussidiarietà dalla nostra associazione in collaborazione con quella dei “FIGLI DELLA SHOAH. Il Campo, lo ricordiamo, il 22 luglio 2020 ha ottenuto dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – commissione regionale per il Veneto – la declaratoria di interesse culturale particolarmente importante ai sensi art. 10, c. 3, lett. d) del D.lgs. 42/2008 ed è iscritto nel registro mod. 23/D/8 al n. VRD0129 della provincia di Verona.   

Quanto sopra in sintesi, nel dettaglio il provvedimento esaminato ed approvato prevede che l’articolo 1 definisca i principi e le finalità del provvedimento, con l’obiettivo di promuovere, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale, l’iniziativa autonoma dei cittadini nella valorizzazione dei beni culturali e dell’impresa culturale e creativa. Tale valorizzazione è riconosciuta quale attività d’interesse generale, necessaria, tra le altre cose, per superare i divari territoriali e favorire la crescita economica.

L’articolo 2 introduce invece i due nuovi articoli 121-bis e 121-ter nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. In particolare, l’articolo 121-bis istituisce l’Anagrafe digitale degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di appartenenza pubblica presso il Ministero della cultura per attuare i principi di valorizzazione del patrimonio culturale, con il compito di censire le informazioni relative alla gestione e alla qualità della valorizzazione dei beni culturali. Il comma 3 specifica i dati minimi che devono essere censiti, tra i quali la natura del bene, la forma di gestione – diretta o indiretta – i contratti o convenzioni in essere e gli elementi per verificare i livelli minimi di qualità. In sede referente è stato aggiunto il dato ulteriore riferito agli immobili in disuso, con dettagli relativi a localizzazione, proprietà, regime di tutela, stato di conservazione, ultima destinazione d’uso ed eventuali progetti di restauro e accordi di valorizzazione esistenti.

L’articolo 121-ter, comma 1, istituisce l’Albo digitale della sussidiarietà orizzontale all’interno dell’anagrafe digitale di cui all’articolo precedente. Ai sensi del comma 2, l’albo censisce i soggetti privati interessati alla gestione indiretta dei beni culturali pubblici, garantendo accessibilità, concorrenzialità, trasparenza e qualità, in conformità al Codice dei beni culturali, alla Legge 7 agosto 1990, n. 241, e al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36). I soggetti iscritti nell’Albo sono invitati a manifestare il proprio interesse in relazione agli avvisi e alle procedure concernenti l’affidamento della gestione indiretta dei beni culturali e, come specificato in sede referente, la concessione in uso di beni immobili appartenenti al demanio culturale. I medesimi soggetti sono consultati per i piani strategici e i programmi di sviluppo culturale. Il comma 3 demanda a un decreto ministeriale – previo parere, tra le altre, dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) – la definizione dei requisiti per l’iscrizione e le modalità di domanda.

L’articolo 3, comma 1, prevede che, entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge, il Ministro della cultura – previa intesa in sede di Conferenza unificata – definisca la strategia nazionale di valorizzazione dei beni culturali «Italia in scena» sulla base dei dati dell’Anagrafe digitale e con il coinvolgimento dei soggetti iscritti all’Albo digitale di cui agli articoli precedenti. La strategia garantisce l’accessibilità e la fruizione dei beni culturali di pertinenza pubblica, con riguardo prioritario per le aree interne, i comuni montani e i piccoli borghi. Viene, inoltre, incentivato il ricorso a partenariati pubblico-privati, in ottemperanza all’articolo 134, comma 2, del Codice dei contratti pubblici, che prevede che lo Stato, le regioni e gli enti territoriali possano attivare – con le risorse a disposizione – partenariati speciali con enti pubblici e privati per il recupero, il restauro, la manutenzione programmata, la gestione, l’apertura alla pubblica fruizione e la valorizzazione di beni culturali, attraverso procedure semplificate per l’individuazione del partner privato. Sono, inoltre, contemplati interventi correttivi in caso di gestione non congrua. Il comma 2 autorizza una spesa di 5 milioni di euro annui dall’anno 2025, individuandone la relativa copertura.

L’iter del progetto di legge proseguirà fino alla definitiva approvazione da parte del parlamento. Vi terremo aggiornati.

Alberto  Speciale


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