11 associazioni presentano 10 contributi collaborativi al Piano di Assetto del Territorio
Sabato 31 maggio 2025 si è tenuto nella Sala Civica G. Garonzi in Via Quinzano un incontro aperto a tutti i Cittadini, Associazioni, Stampa e Amministratori per condividere proposte, visioni e riflessioni sul futuro del nostro territorio.
Undici realtà associative del territorio di diverso orientamento e approccio culturale si sono trovate tutte insieme per presentare contributi al Piano di Assetto del Territorio (PAT), con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo più partecipato, sostenibile e inclusivo.
In ordine alfabetico, le realtà del territorio sono le seguenti: Associazione Giuseppe Barbieri; Associazione Piccoli Proprietari Case; Corporazione Esercenti Centro Storico Verona; Comitato di Verona Sud; Legambiente Verona; Locatur; Simtur; Verona Città Bosco; Verona Polis; WWF Veronese odv; Ingg. Segala, Ferrari, Spellini. I contributi saranno 10 perché due realtà associative hanno deciso di presentare congiuntamente i loro contributi.
LE PROPOSTE
L’Associazione Giuseppe Barbieri ha proposto «l’urbanistica del “Fare”, per dotare la città di infrastrutture e servizi necessari al miglioramento delle condizioni abitative. Si propongono infrastrutture interconnesse: un polo scolastico superiore e dei servizi amministrativi nell’attuale scalo merci con un’armatura stradale per sgravare i quartieri dal traffico di attraversamento. Decentrando gli istituti di istruzione superiore e gli uffici pubblici dal centro storico, lo si sgraverà dal traffico da essi generato. Realizzazione in bioedilizia e integrazione nel Central Park daranno una dimensione ecologica al BARICENTRO. Per tutelare ambiente e diritto alla mobilità delle persone, agevolando TPL e utenze deboli, proponiamo una integrazione della rete stradale strategica per portare il traffico fuori dai quartieri. Impianti stradali strategici proposti: Diagonale. Prosecuzione della Transpolesana come Circonvallazione di Palazzina quindi Mediana con tracciato alle spalle di Porto S. Pancrazio.
Tracciato “Viale Urbano Intervallivo”/galleria delle Torricelle prolungato attraverso il Chievo fino a via Seminario e allo svincolo di S. Massimo sulla Bretella di VR- Nord».
L’Associazione Piccoli Proprietari Case, ha espresso «forte preoccupazione per la proposta di modificare la destinazione d’uso degli immobili da negozio ad abitazione nel centro storico di Verona. Una scelta simile, se non regolamentata, rischia di compromettere l’equilibrio urbano, favorendo l’espansione delle locazioni turistiche brevi a scapito del commercio di vicinato e della residenzialità stabile. Gli effetti sarebbero gravi: desertificazione commerciale, sovraccarico delle infrastrutture cittadine e concorrenza sleale verso le strutture ricettive regolari. L’Associazione propone che ogni cambio di destinazione sia subordinato all’obbligo di stipulare contratti di locazione abitativa a canone concordato, in linea con il DM 16/01/2017, e in coerenza con la normativa regionale e la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 51/2025. L’APPC invita l’Amministrazione Comunale a sospendere le autorizzazioni non vincolate, tutelare il commercio locale e istituire un tavolo di confronto stabile sul tema degli affitti brevi. Verona merita uno sviluppo equilibrato, non una turistificazione senza regole».
La Corporazione Esercenti Centro Storico ha sostenuto: «partiamo da una riflessione sulla chiusura h24 della ztl senza avere pianificato una serie di infrastrutture a supporto. La zona del Centro Storico può essere valorizzata dal progetto di pedonalizzazione solo se la quotidianità, di chi ci vive e lavora, può continuare a fluire senza che attività banali e quotidiane diventino difficili da gestire. Il trasporto pubblico, invece, necessita di essere potenziato e ne va incentivato l’utilizzo, un trasporto pubblico ben integrato tra le zone urbane ed extraurbane, può influire in maniera positiva anche sulla gestione dei flussi turistici, favorendo al tempo stesso lo sviluppo del turismo dell’entroterra».
Il Comitato di Verona Sud, ha denunciato, «la carenza di verde nei quartieri a sud di Verona e chiede di azzerare nuovi progetti di cementificazione e di nuove strade, di vincolare il verde per specifiche aree, di progettare ciclo-pedonali e aumento del verde. Rivendica, infine, il proprio progetto di destinare tutto a verde l’ex scalo merci della Stazione di Porta Nuova».
Legambiente Verona ha sottolineato: «I rapporti Ecosistema Urbano e Mal’aria (Legambiente-Il Sole 24 Ore), riportano dati allarmanti sulla situazione ambientale della città di Verona. Da oltre 10 anni ne esce una città ferma dal punto di vista delle politiche ambientali e della pianificazione, non in linea con le vicine città di media dimensione che hanno migliorato sensibilmente le loro performance ambientali. Verona sconta anni di pianificazione che non si è avverata o che è stata distorta. Le nostre proposte collaborative al PAT partono dall’analisi di questi dati. In particolare crediamo sia fondamentale fermare il consumo di suolo azzerandolo entro il 2030 superando le deroghe legislative che la legge regionale permette e ripristinando suolo già compromesso per le nuove edificazioni. Altro tema fondamentale su cui agire per ridurre traffico e inquinamento è lo sviluppo del Trasporto Pubblico locale, dando priorità allo sviluppo di nuove reti infrastrutturali che si integrino al filobus. Sulle infrastrutture stradali crediamo che possano essere proposte come ultima ratio una volta fatto il possibile per estendere il TPL. Un appunto importante va fatto sui dati presi in esame riguardanti il traffico e le proiezioni di crescita: dati sorpassati e vecchi di 20 anni su cui andrebbero fatte nuove analisi riguardanti i flussi di traffico, prendendo in esame anche gli spostamenti della Provincia. I dati disponibili ad oggi non sono aggiornati e non permettono una pianificazione efficace».
Locatur ha elencato i punti salienti del suo contributo: «Bloccare l’accesso ZTL ai clienti delle LT è irragionevole. L’associazione è stata subito collaborativa per ottenere ingresso e uscita per carico/scarico valigie (con divieto di parcheggio). Considerazione attuabile con una semplice modifica del City Pass. Favorevoli su un blocco delle nuove aperture, non per logica di desertificazione ma perché il surplus di offerta danneggia tutta la categoria. Va incentivato il micro-trasporto pubblico urbano, un trasporto all’altezza delle aspettative del turista, senza troppi limiti (orario e/o festività). Un turista distribuito su tutta la città. Favorevoli ad una riapertura delle licenze alberghiere, con limiti, al fine di migliorare la qualità dell’offerta con strutture moderne e agli standard attualmente ricercati, valutiamo con interesse la conversione dei locali commerciali in abitativi, a residenza normale, universitaria e/o turistica».
Simtur ha relazionato come segue: «La gentilezza come “spinta” per riattivare il centro storico» è il titolo del documento inviato da Simtur all’amministrazione comunale di Verona. L’associazione intende proporre alla giunta di pianificare politiche creando le condizione adatte per un nuovo patto tra commercio, abitare e territorio nel centro storico di Verona. Si propone un masterplan multilivello per la specificità del centro storico di Verona, che possa mettere in condivisione il piano del commercio, il piano della cultura, strumenti per guidare la partecipazione e mettere in piedi un nuovo patto tra abitanti, commercianti e territorio. Costruire una visione, un fatto politico».
Verona Città Bosco ha specificato: «Il Coordinamento Verona Città Bosco considera il nuovo P.A.T. un’opportunità fondamentale per guidare uno sviluppo verde e sostenibile di Verona, chiedendo che alle intenzioni seguano impegni concreti. Tra le priorità, vi è la richiesta urgente di redigere un Piano del Verde che si integri con il PAT, riconoscendo il verde come infrastruttura urbana vitale e investimento, non costo, specie considerando che Verona è prima per PM10. Si sollecita la priorità per il Parco dell’Adige, proteggendolo da infrastrutture come il prolungamento SS 434 o la mediana. È fondamentale istituire un organismo autonomo per la gestione dei parchi. Si evidenzia l’urgenza di creare un grande polmone verde all’ex Scalo. Merci, progetto solo marginalmente menzionato nel documento.
Si propone la realizzazione di un bosco urbano all’Arsenale Asburgico e lo sviluppo di un Sistema del Verde connesso. Cruciali politiche contro la monetizzazione degli standard a verde e la tutela delle aree agricole. Si richiede un ulteriore confronto con la cittadinanza».
Verona Polis ha espresso il suo contributo per punti: «che si dia avvio a un blocco del consumo del suolo e venga fatto un censimento e riutilizzo di tutti gli immobili inutilizzati; la cancellazione dal PAT di tutte le aree PAQE che non hanno alcuna correlazione; togliere dalla Marangona gli insediamenti senza innovazione, riportare, mediante incentivi, i cittadini nel centro storico; norme più severe per l’apertura di B&B e Hotel; il sistema del Verde venga considerato asse portante della pianificazione; dare avvio al Piano del Verde e della Cintura verde lungo la linea dei Forti e delle cave; il sistema della mobilità privilegi il trasporto pubblico e la mobilità dolce; realizzazione di parcheggi scambiatori automobile – mezzo pubblico; riduzione dei poli logistici a VR Sud; realizzazione di un percorso – sistema dei musei; venga superato il concetto di sviluppo inteso come consumo di altro territorio. Nella stesura del PAT venga attuata la vera pianificazione partecipata».
La sezione veronese del WWF ha esposto telegraficamente le sue istanze: «Parco Adige: dopo oltre 20 anni dalla istituzione è privo di un piano di gestione. Patto con Genio Civile. Parco delle Mura: integrare le aree dei forti connettendo all’Adige le aree a sud (Da Parona a Forte Azzano, prati aridi, corridoio ecologico). Frattura fra la città e pianura. Green way che connetta alla fascia delle risorgive parco a Cadidavid attraverso il corso del canale Giuliari-Milani quindi parco delle Risorgive di interesse provinciale. Per la collina, parchi ad Ovest, corrispondente alla ZSC Borago- Galina e ad Est Val Squaranto, connessione anche gestionale con il Parco Naturale Regionale della Lessinia. Parco Risorgive Montorio: connettere al corso del Fibbio concordando con San Martino B.A. Marangona, garantire corridoio verde di collegamento fra Forte Gisella e Forte Azzano. Spianà: salvare quanto resta. Scalo merci: interventi che anticipino la trasformazione. Trasporti pubblici con quadruplicamento ferroviario nuove stazioni fermate anche a Chievo e Santa Lucia. Il depaving può iniziare dai parcheggi che vanno alberati o fatti divenire pensiline con pannelli solari, oltre che da prevedere per la linea ferroviaria. Osservazioni sulla viabilità privata».
Il gruppo di ingegneri Segala, Ferrari e Spellini ha affermato: «La proposta evidenzia le disuguaglianze nella distribuzione del verde pubblico a Verona, con alcune aree, in particolare a sud, che soffrono una forte carenza. A questo si aggiunge il problema delle isole di calore, che colpiscono maggiormente le stesse zone. Si suggerisce quindi l’introduzione di un “credito verde”, un meccanismo premiale per incentivare la creazione di spazi verdi dove sono più necessari, anche attraverso accordi pubblico-privati. Tra le misure proposte vi è anche, la riduzione delle superfici cementificate (depaving) e il recupero delle aree industriali in disuso. Si invita a una maggiore flessibilità nelle destinazioni d’uso e si propone l’utilizzo del protocollo “Sustainable SITES” per valutare la sostenibilità degli interventi. Altri temi trattati includono l’agricoltura urbana, la gestione sostenibile della mobilità e dell’acqua, e l’ampliamento delle zone a bassa emissione. Si sottolinea inoltre l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni nel processo di pianificazione del PAT, valorizzando la loro crescente sensibilità verso le tematiche ambientali. L’obiettivo è uno sviluppo urbano più equo, sostenibile e partecipato».
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