“5×1000, ma per davvero”, l’appello di “VITA” al Governo. Sottratti 79 mln al Terzo settore


La piattaforma al servizio del Terzo settore, dell’innovazione sociale e dell’attivismo civico VITA , insieme ad altre 63 realtà promotrici, lancia la campagna “5×1000, ma per davvero”. Un forte appello al Governo ed al Parlamento per l’eliminazione del tetto, fissato a 525 milioni, della raccolta e distribuzione del 5×1000 del gettito Irpef scelto dai contribuenti a favore delle organizzazioni del Terzo settore. Erosi 79 milioni e non distribuiti agli Enti, un errore etico e politico


Il 5×1000, cos’è, come funziona. Iniziamo col dire che il 5×1000 è una misura di sussidiarietà fiscale introdotta in Italia in via sperimentale a partire dal 2006 e poi stabilizzata nel 2014. Ogni contribuente ha l’opportunità di decidere dove indirizzare una piccola parte della propria Irpef (il 5 per mille), a sostegno di realtà che operano in settori di riconosciuto interesse pubblico e per finalità di utilità sociale.

Il 5×1000 non costa nulla in quanto, chi firma, si limita a destinare una quota della propria Irpef. È lo Stato che consente ai cittadini di scegliere, su una parte delle tasse che deve ricevere, per l’appunto il 5×1000 del gettito Irpef di ciascuno, a chi destinarla. Chi non destina il 5 per mille invece di supportare gli enti, lascia integralmente la propria Irpef allo Stato.

Per la destinazione del 5×1000 basta una firma ed un codice fiscale, quello dell’Ente a cui lo si vuole destinare. Se si mette la firma per un settore ma senza indicare un codice fiscale, il 5 per mille verrà ripartito fra tutte le realtà iscritte a quell’elenco, in maniera proporzionale alle scelte espresse dai contribuenti: di fatto così si premiano le realtà più grandi. 

I beneficiari hanno l’obbligo di rendicontare allo Stato come hanno speso le risorse di cui hanno beneficiato tramite il 5 per mille. In aggiunta, a partire dai contributi incassati nel 2020, gli Enti devono pubblicare sul proprio sito web anche una relazione illustrativa (è escluso dall’obbligo chi riceve un contributo inferiore a 20mila euro). La nostra associazione lo ha sempre fatto anche senza esserne obbligata.

Record di partecipazione, ma fondi tagliati. Il 5 per mille non è mai stato così popolare, eppure non è mai stato così tradito. I numeri dell’edizione 2024 (su redditi 2023) raccontano una storia paradossale: da un lato il record assoluto di partecipazione con 17,9 milioni di contribuenti, con un incremento di oltre 714mila firme rispetto all’anno precedente, che hanno destinato 603,9 milioni di euro agli enti beneficiari; dall’altro, la beffa di un tetto governativo che taglia 79 milioni di euro dalla volontà dei cittadini.

Tuttavia, il tetto imposto dal Governo nel 2022 e fissato a 525 milioni di euro trasforma quello che dovrebbe essere un “5 per mille” in un misero “4,3 per mille“. L'”extra tetto” – la quota che eccede il limite governativo – raggiunge così i 79 milioni di euro, un record negativo che supera di gran lunga il precedente primato di 27,9 milioni registrato nell’edizione 2023.

Mezzo miliardo bruciato in vent’anni. I dati forniti da VITA, attraverso le parole del ministro Luca Ciriani, rivelano una situazione drammatica: sommando tutti gli “extra tetto” dal 2006 ad oggi si arriva a oltre 560 milioni di euro. È come se un’intera edizione del 5 per mille fosse stata cancellata, all’insaputa della maggior parte dei contribuenti italiani che continuano a credere che le loro scelte vengano rispettate.

     La mobilitazione: “5 per mille, ma per davvero”. Di fronte a questa situazione, il magazine Vita ha lanciato insieme a 63 organizzazioni tra le più rappresentative del Terzo settore italiano la campagna “5 per mille, ma per davvero”. L’appello si rivolge direttamente al Governo, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e al Parlamento perché tolgano definitivamente il tetto ai 525 milioni di euro.

Uno strumento di democrazia fiscale. Il 5 per mille rappresenta molto più di un semplice meccanismo di finanziamento. Come sottolineano i promotori della campagna, è “la migliore realizzazione del principio di sussidiarietà in ambito fiscale” perché rende il cittadino libero di indirizzare una quota delle proprie tasse verso organizzazioni ritenute meritevoli.

Come evidenziato nel numero di luglio-agosto del magazine VITA, in un momento storico in cui l’astensionismo supera il 50% degli aventi diritto, questo strumento si configura come un fondamentale canale di partecipazione civile, consentendo a migliaia di soggetti sociali, università e amministrazioni comunali di coprire bisogni sociali, scientifici e culturali che altrimenti rimarrebbero scoperti.

Un appello1 per il bene comune. La mobilitazione non si configura come una battaglia contro qualcuno, ma come un’iniziativa costruttiva che “mira a costruire un’alleanza responsabile per il bene comune fra le istituzioni, la politica, il Terzo settore e i singoli cittadini”.

Il Parlamento e il Governo hanno oggi l’opportunità concreta di rafforzare questa alleanza, facendo una scelta che gli stessi promotori definiscono “semplice, giusta e condivisa”: rispettare fino in fondo la volontà di quasi 18 milioni di italiani che hanno creduto nel 5 per mille.

La campagna “5 per mille, ma per davvero” non è un’azione contro qualcuno, ma un invito a costruire un’alleanza responsabile per il bene comune tra istituzioni, politica, Terzo settore e cittadini. Il Parlamento e il Governo hanno ora l’opportunità di rafforzare questa alleanza, compiendo una scelta semplice, giusta e ampiamente condivisa: rispettare pienamente la volontà dei contribuenti e sbloccare ogni centesimo destinato alla solidarietà. È tempo che la fiducia dei cittadini venga ripagata. La sfida è restituire credibilità a uno strumento che ha dimostrato la sua forza, ma che rischia di essere svuotato proprio nel momento del suo massimo successo.

Infine si consideri, in aggiunta al taglio, che con la Riforma del Terzo settore (D.Lgs. 117/17) è stato emanato il nuovo provvedimento attuativo del 5×1000 (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, G.U. n. 231 del 17 settembre 2020) che stabilisce in € 100 l’importo minimo erogabile al di sotto del quale non verrà saldata alcuna somma (in precedenza era pari a 12 euro).

Ma a quanto ammonta il totale del 5×1000 nel Veneto, nella Provincia e Comune di Verona? Abbiamo controllato ed elaborato l’elenco beneficiari 5×1000 AF 2024 (redditi 2023) pubblicato lo scorso 24 giugno dall’Agenzia delle entrate con questo risultato:

    Importo delle scelte espresse Importo proporzionale per le scelte generiche Importo proporzionale per ripartizione importi inf. a €100 Importo totale erogabile 5×1000 AF 2024 (*)   Numero Enti presenti elenco beneficiari AdE del 24/06/2025 Numero totale scelte
                 
Regione Veneto      27.711.380,80       3.438.475,49               27.015,20    31.176.309,23                          7.733 (**)    920.295
                 
Provincia di Verona         5.382.894,75            605.082,88                  5.173,26       5.993.052,69                          1.522    173.916
                 
Comune di Verona         3.351.508,21            498.418,69                  2.699,04       3.852.625,94                              563    102.577
                 

(*) detratto € 562,26 non distribuiti in quanto di importo singolo inferiore a € 100

(**) di cui n. 628 enti che non hanno ricevuto scelte

     

Gli enti che hanno ricevuto più scelte in Veneto sono: Fondazione Città della Speranza, Monte di Malo (VI) con 71.290 scelte (€ 2.361.242); Istituto Oncologico del Veneto IRCCS, Padova con 67.191 scelte (€ 3.259.170); Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, Verona n. 27.013 scelte (€ 1.004.763).

A Verona invece è la Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica ad aver avuto maggiori scelte (vedi sopra), segue l’Istituto don Calabria con 8.518 scelte (€ 437.519) e l’ABEO con 5437 scelte (€ 176.195). 

Sorprende invero che la Fondazione palazzo Maffei Carlon abbia ricevuto solo 4 scelte (€ 193) a fronte delle 1049 ricevute da Fondazione Arena (€ 59.329).

Alberto Speciale

Per approfondimento:

https://www.vita.it/5-per-mille-ma-per-davvero-la-campagna-della-societa-civile-per-eliminare-il-tetto/

https://www.vita.it/5-per-mille-ma-per-davvero-lappello-della-societa-civile-per-leliminazione-del-tetto/

https://www.vita.it/via-il-tetto-dal-5-per-mille-le-ragioni-di-una-mobilitazione-condivisa-e-costruttiva/

https://www.vita.it/renzo-arbore-il-5-per-mille-una-firma-che-fa-la-differenza-lo-stato-non-la-depotenzi/

https://www.vita.it/greta-una-dei-18-milioni-di-contribuenti-che-firma-per-il-5-per-mille-fondi-necessari-per-i-diritti-sociali/

(utilizzate immagini magazine VITA luglio-agosto 2025)

*Qui elenco beneficiari 5×1000 pubblicato il 24 giugno dall’Agenzia delle entrate.

  • L’Associazione di Promozione Sociale montorioveronese.it è Socia della Federazione del Volontariato di Verona ODV-CSV Verona
  • L’Associazione di Promozione Sociale montorioveronese.it è iscritta al RUNTS

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APPELLO1

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, AL GOVERNO E AL PARLAMENTO: 

Eliminiamo il tetto del 5 per mille

Onorevole Presidente del Consiglio,

Onorevoli Membri del Governo e del Parlamento,

 

con questo appello richiamiamo con forza e con spirito di collaborazione istituzionale, la vostra attenzione su un’urgenza concreta, condivisa da 18 milioni di cittadini/contribuenti che nell’ultimo anno hanno aderito al 5 per mille e da migliaia di enti del Terzo settore: l’eliminazione del tetto che impedisce la distribuzione di tutte le risorse destinate al 5 per mille.

Il 5 per mille è una straordinaria espressione di libertà, impegno civile e sussidiarietà fiscale. Ogni anno milioni di contribuenti scelgono di destinare una quota delle proprie imposte a enti che si occupano di volontariato, ricerca, assistenza, solidarietà, sport, tutela dell’ambiente e cultura. Tuttavia, da anni il tetto imposto alla somma complessiva che lo Stato è disposto a erogare limita la reale efficacia del 5 per mille. Il risultato è che, nonostante l’aumento costante delle firme e delle risorse teoricamente disponibili, una parte significativa delle scelte dei cittadini rimane disattesa, e molti enti ricevono meno di quanto gli spetterebbe se lo spirito del 5 per mille fosse pienamente rispettato: per l’anno fiscale 2024 infatti gli enti percepiranno l’equivalente del 4,3 per mille e non un “vero” 5 per mille.

Togliere il tetto non significa introdurre una nuova spesa. Significa rispettare le scelte dei cittadini, senza filtri e senza riduzioni, restituendo coerenza a un meccanismo che è già equo, partecipativo e trasparente. Significa sostenere concretamente gli enti beneficiari, che svolgono un ruolo insostituibile nei territori: nelle periferie urbane, nelle aree interne, nei quartieri fragili delle nostre città, accanto alle persone più vulnerabili, nella ricerca scientifica e sanitaria. Gli enti del Terzo settore non chiedono privilegi, ma strumenti per poter continuare a garantire cura e innovazione sociale nei tantissimi ambiti in cui operano. 

Significa rispondere ai bisogni di milioni di cittadini che beneficiano direttamente dei progetti sostenuti con il 5 per mille: anziani, persone con disabilità, giovani, famiglie in difficoltà, malati, persone escluse o senza voce.

Questo appello mira a costruire un’alleanza responsabile per il bene comune fra le istituzioni, la politica, il Terzo settore e i singoli cittadini. Il Parlamento e il Governo hanno oggi l’opportunità di rafforzare questa alleanza, con una scelta semplice, giusta e condivisa. Confidiamo nella vostra sensibilità e impegno per rendere il 5 per mille finalmente libero di esprimere tutto il suo potenziale.

 

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