Montoriese insignito della Medaglia d’Onore.
La poesia di Beppino Sabaini
Si tratta di Luciano Zamboni, morto nel campo di concentramento di Flossenburg il 4 maggio 1945, a soli 22 anni.
Luciano, nato a Mizzole nel 1923, si era trasferito con la famiglia a Montorio alla fine degli anni ’20, andando ad abitare al numero 7 di Via dei Platani.
Dopo la caduta del fascismo e la firma dell’armistizio, era stato richiamato alle armi nel neonato esercito di Salò.
Presentatosi alla chiamata, dopo alcuni mesi aveva disertato e si era fatto assumere nella Todt per sfuggire ai rastrellamenti di renitenti alla leva e disertori, evitando così di essere la fucilato.
Assieme al carissimo amico Beppino Sabaini e ad altri montoriesi, era stato mandato a costruire fortificazioni e trincee sul Monte Altissimo.
A dicembre del 1944, decise di abbandonare la Todt dirigendosi verso casa, ma a Caprino fu fermato dalle Brigate nere e consegnato, quale disertore, alle SS che avevano la loro sede presso il Palazzo INA, in Corso Porta Nuova.
Incarcerato in un primo tempo nelle prigioni di forte San Mattia, sulle Torricelle, fu poi inviato al campo di smistamento di Bolzano/Gries e il 19 gennaio 1945, deportato nel campo di concentramento di Flossenburg, dove morì il 4 maggio 1945, dodici giorni dopo che le truppe della 97ª Divisione di Fanteria dell’esercito americano avevano liberato il lager.
Sepolto nel cimitero del paese di Flossenburg, nel 1958 i sui resti furono traslati dal Ministero della Difesa, nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Monaco di Baviera.
Le Spoglie, rintracciate con sicurezza solo alla fine degli anni ’90, furono inumate nel cimitero di Montorio nel dicembre del 2000.
Giovedì 2 giugno 2011, anniversario della Repubblica, alle ore 10.00 si terrà una cerimonia in Piazza dei Signori, durante la quale verrà assegnata la Medaglia d’Onore alla memoria di Luciano Zamboni. Ritirerà l’onorificenza la sorella Maria.
Montorio, 3/12/2000
Per approfondimenti: Dimenticati di Stato
CARO LUCIANO
Çinquant’ani e passa oltre,
sepelìo causa ‘na guèra
soto freda e bianca coltre
via lontan da la so tèra,
via lontan dai genitori,
dai fradei, da la sorela,
pur tornando co i onori
questo mondo me favela
la so storia tanto trista
in quei ani belicosi
che nissun avea prevista,
quei percorsi dolorosi
da l’Altissimo de Trento
portà su in prigionia,
dato là in afidamento
a tremenda tiranìa.
Flossembur, ricordo el nome
e la storia è bela e scrita
on butel le bionde chiome
g’à rimesso la so vita.
Un butèl timido tanto
ch’era dato par disperso,
quà nel nostro camposanto
ne sto punto de universo
lu el riposa co i so cari
che j-à sempre ateso invano;
giorni tristi e giorni amari
no vedèr tornar Luciano.
Voi sperar che almanco adesso
El Signor el li consola
e sto fato ch’è sucesso
servirà a farne scola
par capir che ne sto mondo
serve a gnente far la guèra,
no andar tocar el fondo
par difendar ‘na bandiera,
che ti, seto se sia giusto,
no sem più nel’otossento
quando i re trovava gusto
inalsar un monumento
quel che a Ciano gh’è sucesso
e l’è stada ‘na sventura
monumento o busto in gesso
vol dir morte za sicura.
Caro Ciano te vedessi
quanti amici te gh’è intorno;
‘ne sto campo de cipressi
te faremo belo adorno
el to loculo speciale,
par l’amigo tanto caro
un butel tanto cordiale
forsi morto par un sparo.
I to amici de aventura
i è vegnudi a saludarte
i à formado ‘na cintura
i vol proprio ricordarte
a pregar, a portar fiori
con i reduci viventi
tributarte tanti onori
consolar i to parenti.
Beppino Sabaini
MONTORIO – VR
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